La mia visita a Mosca e il futuro delle relazioni UE-Russia

07/02/2021 - Blog dell'AR/VP - Questa settimana mi sono recato a Mosca per verificare, con un approccio diplomatico imperniato sui nostri principi, se il governo russo fosse interessato a riconsiderare le nostre divergenze e a invertire la tendenza negativa nelle nostre relazioni. La reazione riscontrata va però in direzione nettamente diversa. All'UE non resta dunque che riflettere sulle implicazioni più ampie e tracciare una via da seguire. Siamo giunti a un bivio. In questo momento stiamo definendo i principali parametri del panorama geopolitico del XXI secolo.

"Il mio incontro con il ministro Lavrov e i segnali inviati dalle autorità russe durante la mia visita hanno confermato che l'Europa e la Russia si stanno allontanando."

 

Sono appena tornato da una visita molto complessa a Mosca, durante la quale mi ero cimentato in una discussione sulla delicata situazione delle relazioni UE-Russia. Già da diversi anni ormai i nostri rapporti non sono eccellenti, e si sono ulteriormente deteriorati dopo i recenti sviluppi legati all'avvelenamento, all'arresto e alla condanna di Alexei Navalny nonché ai conseguenti arresti di massa di migliaia di manifestanti. Lo scopo della missione era esprimere direttamente la ferma condanna per tali eventi da parte dell'UE, arginare, attraverso un approccio diplomatico imperniato sui principi, il processo di rapido peggioramento delle nostre relazioni con la Russia e contribuire a preparare le discussioni sulle relazioni UE-Russia in seno al prossimo Consiglio europeo.

 

"Le autorità russe non hanno voluto cogliere questa opportunità di intavolare un dialogo più costruttivo con l'UE. Ciò è spiacevole e dovremo trarne le dovute conseguenze."

 

Una conferenza stampa inscenata in maniera aggressiva e l'espulsione di tre diplomatici dell'UE durante la mia visita dimostrano che le autorità russe non hanno voluto cogliere questa opportunità per intavolare un dialogo più costruttivo con l'UE. Sebbene non del tutto inaspettato, tutto ciò è deplorevole, oserei dire anche dal punto di vista strategico russo. Noi, come UE, dovremo trarne le dovute conseguenze, riflettere attentamente sulla direzione che vogliamo dare alle nostre relazioni con la Russia nonché procedere uniti e con determinazione.

 

"Durante alcuni momenti la discussione con la mia controparte russa ha raggiunto livelli elevati di tensione, quando ho chiesto il rilascio immediato e incondizionato di Navalny nonché un'indagine completa e imparziale sul tentativo di omicidio contro di lui perpetrato."

 

Le questioni relative ai diritti umani e alle libertà fondamentali, e in particolare il caso di Alexei Navalny, sono stati al centro della mia visita e dei miei colloqui con il ministro degli Esteri Lavrov. Durante alcuni momenti la discussione con la mia controparte russa ha raggiunto livelli elevati di tensione, quando ho chiesto il rilascio immediato e incondizionato di Navalny nonché un'indagine completa e imparziale sul tentativo di omicidio contro di lui perpetrato. Ho ricordato al ministro Lavrov che gli obblighi della Russia in materia di diritti umani derivano da impegni internazionali liberamente assunti (vale a dire la Convenzione europea dei diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa) e non possono pertanto essere liquidati come ingerenze nei propri affari interni. Ho ribadito questi punti in conferenza stampa.

Ho inoltre incontrato rappresentanti della società civile, gruppi di riflessione e rappresentanti della comunità imprenditoriale europea. Nonostante enormi difficoltà e uno spazio sempre più esiguo, la società civile continua a svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere il rispetto della democrazia, delle libertà fondamentali e dei diritti umani. Mi inchino davanti al lavoro di tutte queste persone e a ciò che rappresentano. I miei collaboratori hanno avuto contatti con l'entourage di Alexei Navalny, cui hanno garantito il nostro sostegno. Purtroppo, non ho potuto incontrarlo di persona, giacché la mia visita ha avuto luogo durante il processo. Ho inoltre espresso il sostegno dell'UE per i diritti umani e le libertà politiche rendendo omaggio a Boris Nemtsov - una personalità di spicco dell'opposizione - sul ponte dove è stato assassinato sei anni fa.

Durante i miei scambi di opinione con il ministro Lavrov, oltre che delle questioni relative ai diritti umani e delle nostre differenti posizioni, abbiamo parlato anche di aspetti più ampi delle nostre relazioni, compresa la potenziale cooperazione nell'affrontare sfide globali quali la pandemia di COVID‑19, la crisi climatica e la situazione della regione artica, settori in cui potremmo trovare interessi comuni.

Abbiamo inoltre discusso dei conflitti nel nostro immediato vicinato. In questo contesto ho insistito sulla necessità di progredire verso la piena attuazione dell'accordo di Minsk e riguardo al rispetto dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Ho inoltre caldeggiato la necessità di dare ascolto alla richiesta del popolo bielorusso - che risuona forte e chiaro da ormai sei mesi - di scegliere liberamente il proprio presidente. Anche il rispetto per l'integrità territoriale della Georgia, la situazione nel Nagorno-Karabakh nonché le crisi in Siria e in Libano sono state tra le questioni affrontate passando in rassegna la situazione tormentata del nostro vicinato, sulla quale Russia e Unione europea sono spesso in contrasto. Nel discutere tutti questi aspetti, ho sottolineato in questa sede che occorre rispettare pienamente gli impegni presi a titolo dell'OSCE, compreso il rispetto dell'integrità territoriale.

Abbiamo inoltre riconosciuto la necessità di mantenere una buona cooperazione sull'accordo nucleare iraniano (PACG) e le potenzialità insite in un comune impegno a sostegno degli sforzi di pace e riconciliazione nel conflitto israelo-palestinese.

 

 "Il mio incontro con il ministro Lavrov ha evidenziato il fatto che l'Europa e la Russia si stanno allontanando. Tutto indica che la Russia si sta progressivamente scollegando dall'Europa."

 

Avevo programmato questo viaggio con l'intenzione di esprimere le posizioni dell'UE e sottolineare le nostre preoccupazioni fondamentali, ma anche di verificare se fosse possibile, in alcuni settori in cui i nostri interessi convergono, cercare di cooperare e iniziare a costruire una certa fiducia. Purtroppo, proprio alla fine dell'incontro, abbiamo appreso tramite i social media che tre diplomatici dell'UE erano stati espulsi dalla Russia sulla base di accuse pretestuose, secondo le quali avrebbero violato il loro status di diplomatici stranieri partecipando a manifestazioni. Ho chiesto al ministro Lavrov di revocare tale decisione, ma senza successo.

Sono tornato a Bruxelles con un senso di profonda preoccupazione per le prospettive di sviluppo della società russa e le scelte geostrategiche della Russia. Il mio incontro con il ministro Lavrov e i segnali inviati dalle autorità russe durante questa visita hanno confermato che l'Europa e la Russia si stanno allontanando. Sembra che la Russia stia progressivamente scollegandosi dall'Europa e veda ormai i valori democratici come una minaccia alla sua esistenza.

Siamo giunti a un bivio. Le scelte strategiche che facciamo ora determineranno le dinamiche del potere internazionale nel XXI secolo, e tracceranno la via verso modelli più cooperativi o viceversa più polarizzati, basati su società più libere o piuttosto su società chiuse. L'Unione europea può influenzare questi sviluppi, ma per farlo necessita di una visione e di obiettivi chiari, accompagnati da un intenso impegno diplomatico e sostenuti dai nostri numerosi strumenti di azione esterna e da una proiezione della nostra influenza.

Discuteremo di tali questioni con i miei colleghi ministri degli esteri dell'UE. Come sempre, spetterà agli Stati membri decidere le prossime tappe, le quali, non lo nego, potrebbero prevedere anche delle sanzioni. Un'altra freccia al nostro arco è il regime di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani, recentemente approvato.

La natura della sfida che ci troviamo ad affrontare è chiara. Barricarci dietro un muro e comunicare gli uni con gli altri dal nostro rifugio sicuro non porterà maggiore sicurezza all'UE. E non è questo il modo in cui vedo il mio ruolo di primo diplomatico dell'UE. Dobbiamo affrontare le sfide, anche andando ad incontrare gli altri nelle loro roccaforti, proprio nel momento in cui si verificano eventi negativi, per consentirci di valutare meglio le situazioni che ci troviamo ad affrontare e le azioni che dovremmo intraprendere. Preferisco agire in questo modo piuttosto che rimanere in attesa degli eventi. Se vogliamo un mondo più sicuro per domani, dobbiamo agire con decisione oggi ed essere pronti ad assumere alcuni rischi.

 

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