Dopo il nuovo attacco alla democrazia a Brasilia, cosa dovremmo fare?

Blog dell'AR/VP - La scorsa domenica una folla di manifestanti, a Brasilia, ha saccheggiato il Palazzo presidenziale, la Corte suprema e il Congresso per protestare contro il governo. La tattica utilizzata e le dinamiche che ne sono all'origine presentano evidenti analogie con l'attacco al Congresso degli Stati Uniti del gennaio 2021. Dobbiamo comprendere i motivi alla base di tali attacchi alla democrazia e lavorare più alacremente per difenderla a livello interno e globale.

"La democrazia non va data per scontata. È giunto il momento di rimboccarsi le maniche e difenderla, sia a livello interno che ovunque nel mondo."

 

Domenica 8 gennaio entrerà nella storia del Brasile come uno dei giorni più bui per il paese. Il mio primo colloquio telefonico con il nuovo ministro degli Esteri brasiliano, Mauro Vieira, aveva come obiettivo quello di congratularmi con lui, ma soprattutto ribadire il pieno sostegno e la totale solidarietà dell'Unione europea al presidente Lula e al suo governo di fronte a questo atto di vandalismo. Le immagini della furia distruttrice mi hanno particolarmente inorridito: nel 2011 avevo avuto infatti l'occasione di visitare il Palazzo Planalto, sede della presidenza brasiliana, e ammirarne l'architettura e le opere d'arte, che sono andate distrutte.

L'attacco alle principali istituzioni del Brasile non è iniziato domenica scorsa

Tuttavia, l'attacco alle principali istituzioni del Brasile non è iniziato domenica scorsa, ma è il risultato di anni di polarizzazione politica. Durante il mandato dell'ex presidente Jair Bolsonaro, le fondamenta di una società pluralista e di istituzioni democratiche sono state costantemente sotto attacco. I partiti politici sono stati demonizzati, la magistratura attaccata di continuo, la stampa denigrata e la società civile esclusa dai principali dibattiti. I social media hanno esasperato queste tendenze, aggravando le divisioni all'interno della società brasiliana. Sappiamo che queste bolle informative alimentano le "guerre culturali" e la politica identitaria.

 

Il presidente Lula ha annunciato l'intenzione di "sanare le ferite della società", cosa oggi più necessaria, ma forse anche più difficile

 

Subito dopo la sua elezione, il presidente Lula ha annunciato l'intenzione di "sanare le ferite della società" e di unificare nuovamente il paese, cosa oggi più necessaria, ma forse anche più difficile. Come abbiamo visto, ci sono forze politiche pronte a fomentare la radicalizzazione e il caos nell'evidente tentativo di costringere le forze armate a intervenire. Queste ultime, per fortuna, sembrano aver imparato la lezione dai tentati colpi di Stato precedenti.

Un messaggio forte circa la solidità delle istituzioni democratiche brasiliane

La riunione che lunedì 9 gennaio ha riunito i leader dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario e i governatori degli Stati federali brasiliani ha inviato un messaggio forte circa la solidità delle istituzioni democratiche brasiliane. Tuttavia, per unirsi nel nome della democrazia non basta semplicemente condannare la violenza e l'estremismo. Incombe a tutte le forze politiche la responsabilità di impegnarsi in modo proattivo per prevenire la radicalizzazione e difendere i processi democratici quotidianamente, anche creando condizioni favorevoli al dialogo e al compromesso.

A Brasilia l'ordine sembra ristabilito, ma rimangono ancora senza risposta molte domande sulle cause e le responsabilità di tali eventi. Quello che è accaduto a Brasilia ricorda molto l'assalto al Campidoglio a Washington nel gennaio 2021. Il fatto che in due grandi democrazie delle Americhe vi sia stato un attacco fisico ai danni delle principali istituzioni che incarnano il loro ordine costituzionale dovrebbe farci fermare e riflettere. In tutta l'America latina, il sostegno alla democrazia è sceso dal 63% nel 2010 al 49% nel 2020, secondo Latinobarometro.

Perché la società americana e quella brasiliana si sono polarizzate a tal punto?

Dai primi sondaggi, il 90% dei brasiliani condanna il tentato colpo di Stato. Ma allora perché le società si sono polarizzate come è avvenuto negli Stati Uniti e in Brasile? Com'è possibile che le opinioni politiche e le preoccupazioni siano espresse in modo così violento e antidemocratico?

La teoria del complotto e la manipolazione delle informazioni svolgono chiaramente un ruolo centrale in questi processi e ancora una volta sono mancati i controlli e la regolamentazione dei social network e dei contenuti delle piattaforme digitali nel periodo precedente agli eventi dello scorso fine settimana.

 

La teoria del complotto e la manipolazione delle informazioni svolgono chiaramente un ruolo centrale in questi processi e ancora una volta è mancata la moderazione dei social network e dei contenuti delle piattaforme digitali nel periodo precedente agli eventi dello scorso fine settimana

 

Non è un caso che gli Stati Uniti e il Brasile siano società molto diseguali, caratterizzate anche da discriminazioni. Al di là di una certa soglia, le disuguaglianze rischiano di privare la democrazia della propria sostanza e di distruggere la fiducia nel bene pubblico. Anche se le società europee sono meno diseguali e polarizzate rispetto a quelle brasiliana e statunitense, credere di essere immuni da queste dinamiche sarebbe sbagliato e presuntuoso. Tant'è che dinamiche simili sono già all'opera anche nelle nostre società.

Sappiamo poi che queste dinamiche illiberali sono spesso alimentate dall'esterno mediante potenti e precisi sforzi di manipolazione delle informazioni messi in atto da regimi autoritari, tra cui in particolare il regime russo, che punta semplicemente a distruggere la democrazia in Europa e altrove. Ma ci sono anche altri attori che vogliono indebolire la nostra coesione sociale e minare la nostra vita democratica. Stiamo di fatto assistendo ad attacchi concertati alla democrazia mossi su scala mondiale da partiti di estrema destra e regimi autoritari.

 

Il problema non riguarda "solo" il Brasile o gli Stati Uniti, ma tutte le democrazie, comprese le nostre

 

Come dovremmo rispondere? In primo luogo, riconoscendo la portata e l'urgenza della sfida: il problema non riguarda "solo" il Brasile o gli Stati Uniti, ma tutte le democrazie, comprese le nostre. In secondo luogo, contrastando la manipolazione delle informazioni. In quanto UE abbiamo adottato misure per responsabilizzare i social network e le piattaforme digitali, soprattutto mediante la normativa sui servizi digitali e il codice di buone pratiche sulla disinformazione. Siamo pronti a cooperare con il Brasile su tali questioni. In terzo luogo, lottando contro le disuguaglianze e le discriminazioni eccessive, che fomentano entrambe la politica del "noi contro di loro". Dobbiamo inoltre infondere nuova vita nelle nostre democrazie e rafforzare la partecipazione dei cittadini a tutti i livelli. Questo aspetto è particolarmente importante per le istituzioni dell'Unione europea, spesso accusate di deficit democratico.

Combattere più attivamente la disinformazione dei regimi autoritari

Infine, dobbiamo collaborare maggiormente con i partner democratici di tutto il mondo per combattere più attivamente la manipolazione delle informazioni da parte dei regimi autoritari. La difesa della democrazia richiede più democrazia – e la garanzia che quest'ultima sia considerata il modo più efficiente per costruire società giuste e coese. Ciò che è accaduto in Brasile dimostra che la democrazia è sotto attacco ovunque, sia dall'interno che dall'esterno. Avendo vissuto sotto una dittatura, so che la democrazia non va data per scontata. È quindi il momento di rimboccarsi le maniche e difenderla, sia a livello interno che ovunque nel mondo

 

HR/VP box
HR/VP Josep Borrell cartoon

"Una finestra sul mondo"- Blog dell'AR/VP Josep Borrell

Blog di Josep Borrell sulle sue attività e la politica estera europea. Contiene anche interviste, op-eds, una selezione di discorsi e video.