I negoziati di adesione con l'Albania e la Macedonia del Nord e l'impegno dell'UE nei confronti dei Balcani occidentali

Nel pieno della crisi del coronavirus l'UE ha deciso di avviare colloqui di adesione con la Macedonia del Nord e l'Albania; una buona notizia per i due paesi, per i Balcani occidentali e per l'Europa.
Siamo reduci da una settimana molto difficile, in cui la pandemia di coronavirus e le sue conseguenze a livello mondiale sono state al centro della cronaca e dei nostri pensieri. Questi sviluppi hanno peraltro messo in ombra una decisione importante che non ha ricevuto l'attenzione che meritava. Nel pieno della crisi del coronavirus l'Unione europea ha deciso di avviare colloqui di adesione con la Macedonia del Nord e l'Albania; una buona notizia per i due paesi, per i Balcani occidentali e per tutta l'Europa.
Adottando questa importante decisione in tempi così difficili, l'UE ha compiuto un passo avanti su una questione strategica davvero cruciale e ha inviato un segnale forte e un messaggio chiaro ai Balcani occidentali: senza di loro l'Unione europea non è completa. L'UE si è dimostrata unita in una delle sue politiche prioritarie, e lo ha fatto affrontando nel contempo una crisi globale. La decisione è effettivamente "un raggio di luce nell'oscurità che ci circonda", come il mio stimato collega e ministro degli Affari esteri della Macedonia del Nord, Nikola Dimitrov, ha dichiarato commentando la decisione di avviare i negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l'Albania.
Abbiamo chiesto molto a entrambi i paesi e le nostre richieste sono state esaudite. Ora anche l'UE ha preso la decisione giusta. È incoraggiante constatare che l'intenso lavoro e una leadership autentica da entrambe le parti hanno portato i loro frutti.
Nello stesso spirito, desidero congratularmi con la Macedonia del Nord per essere diventata il 30º membro della NATO questa settimana, un evento che consolida ulteriormente la sicurezza europea e transatlantica. Attendo con interesse di lavorare fianco a fianco, ora anche nel quadro della cooperazione UE-NATO.
Con l'avvio dei negoziati di adesione inizia per noi un periodo di intenso lavoro e l'apertura dei colloqui di adesione è solo la prima fase di un lungo processo. Prima di arrivare all'adesione a pieno titolo devono essere attuate profonde riforme sociali, politiche ed economiche. Queste trasformazioni richiedono naturalmente un certo tempo, oltre che sforzi, ma l'auspicio è che il "raggio di luce" per due nuovi paesi incoraggi anche il resto della regione a fare il necessario e seguire il percorso delle riforme. Tutto questo per il bene dei cittadini dei Balcani occidentali.
Nel periodo che stiamo vivendo, che ci vede fronteggiare una crisi senza precedenti e le sue conseguenze, dobbiamo mostrare il vero significato della solidarietà a livello europeo e mondiale. Solidarietà non può essere solo una parola che utilizziamo senza alcun tipo di impegno, ma deve essere dimostrata con azioni concrete. All'interno dell'UE, gli Stati membri stanno dando prova di solidarietà accogliendo pazienti da ospedali congestionati in altri Stati membri ed approvvigionandosi reciprocamente di dispositivi di protezione individuale. Sono inoltre in corso operazioni congiunte per garantire il rimpatrio dei cittadini rimasti bloccati in varie parti del mondo. E non ci dimentichiamo neanche delle popolazioni nei Balcani occidentali.
Questa settimana l'UE ha annunciato un pacchetto di assistenza finanziaria bilaterale destinato a tutti e sei i partner della regione. Abbiamo stanziato fino a 38 milioni di euro in assistenza immediata per far fronte alla situazione di emergenza correlata alla Covid-19. Questo denaro consente di acquistare respiratori, mascherine e altre attrezzature mediche, finanziare i voli che trasportano gli aiuti e soddisfare le esigenze immediate della popolazione. Inoltre, l'UE ha deciso di sostenere la regione ridistribuendo 374 milioni di euro per la ripresa economica e sociale della regione una volta terminata l'emergenza. Ciò significa salvare posti di lavoro, imprese, prestazioni sociali, consentendo alle persone di continuare la loro vita una volta superata questa pandemia.
Permettetemi di fornire qualche dettaglio concreto sul sostegno immediato dell'UE ai settori sanitari dei singoli paesi dei Balcani occidentali e sul sostegno per la ripresa economica e sociale:
- Albania: 4 milioni di euro a sostegno del settore sanitario e 47 milioni di euro per la ripresa economica e sociale. Ciò fa seguito alla fornitura da parte dell'UE di assistenza umanitaria immediata e alla conferenza dei donatori, che ha raccolto impegni per oltre un miliardo di euro per la ricostruzione dell'Albania dopo il devastante terremoto dello scorso novembre.
- Bosnia-Erzegovina: 7 milioni di euro a sostegno del settore sanitario e 74 milioni di euro per la ripresa economica e sociale. Alcuni cittadini della Bosnia-Erzegovina hanno inoltre potuto rientrare dal Marocco grazie a un volo di rimpatrio dell'UE.
- Kosovo: 5 milioni di euro a sostegno del settore sanitario e 63 milioni di euro per la ripresa economica e sociale.
- Montenegro: 3 milioni di euro a sostegno del settore sanitario e 50 milioni di euro per la ripresa economica e sociale.
- Macedonia del Nord: 4 milioni di euro di sostegno immediato per il settore sanitario e 62 milioni di euro per la ripresa economica e sociale.
- Serbia: 15 milioni di euro di sostegno immediato per il settore sanitario e 78 milioni di euro per la ripresa economica e sociale.
I Balcani occidentali possono contare sulla solidarietà dell'UE, e non solo in tempi di crisi. L'UE è il principale donatore, investitore e partner commerciale dei Balcani occidentali. Dal 2014 a oggi l'UE ha erogato oltre un miliardo di euro a sostegno della popolazione dei Balcani occidentali. Si tratta di fatti importanti che dimostrano il coinvolgimento dell'UE nella regione e i suoi sforzi per combattere il virus all'interno e all'esterno dell'UE, compresi i Balcani occidentali.
È giunto il momento di affrontare seriamente la questione della solidarietà e della cooperazione. Dobbiamo lavorare fianco a fianco, in maniera solidale e sostenendoci a vicenda, dato che nessuno è in grado di affrontare da solo la situazione attuale.
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