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All'UE serve un approccio strategico per la regione indo-pacifica

12.3.2021 – Blog dell'AR/VP – Lo spostamento del centro di gravità mondiale verso la regione indo-pacifica è iniziato anni fa, ma la pandemia lo sta accelerando. In quanto UE, dobbiamo esaminare le conseguenze di questo fenomeno in termini geopolitici e geoeconomici e definire il nostro approccio per la regione indo-pacifica. Abbiamo forti interessi in tale regione e dovremmo fare la nostra parte per mantenere un ordine regionale aperto e basato su regole.

"Dal commercio e dagli investimenti fino alla connettività, all'azione per il clima e alla sicurezza, abbiamo forti interessi nella regione indo-pacifica e dovremmo fare la nostra parte per mantenere un ordine regionale aperto e basato su regole."

 

Da tempo ormai l'UE sta sviluppando una strategia a tutto tondo per l'Asia, che si articola attorno a due pilastri strategici. Innanzi tutto, stiamo riequilibrando le nostre relazioni con la Cina sulla base di una strategia orientata a considerare tale paese al tempo stesso come "partner, concorrente e rivale". Nel contempo, stiamo investendo di più per rafforzare le nostre relazioni con il resto dell'Asia, in particolare con i partner che condividono i nostri stessi principi.

Stiamo lavorando in entrambe queste direzioni. Con la Cina abbiamo un'agenda complessa e impegnativa, che combina cooperazione sulle questioni globali e atteggiamento critico ove necessario, ponendo l'accento sulla reciprocità e sul rafforzamento della resilienza dell'UE. Dobbiamo dialogare con la Cina perché non ha senso ignorare questa grande potenza. Tuttavia, dobbiamo farlo restando vigili. Rimango in stretto contatto con il consigliere di Stato/ministro degli Affari esteri Wang Yi per trasmettere questi messaggi e aspettative dell'UE riguardo all'agenda bilaterale e multilaterale. E insieme alla presidente von der Leyen presenterò al Consiglio europeo di marzo una relazione sullo stato di attuazione della politica dell'UE nei confronti della Cina. Fondamentalmente, la nostra strategia per la Cina consiste nell'affrontare le questioni di interesse globale e nel difendere i nostri interessi e valori, riconoscendo nel contempo che dobbiamo aumentare la nostra influenza e ridurre alcune vulnerabilità. In ultima analisi, le scelte di Pechino influenzeranno la natura e la portata delle nostre relazioni.

 

"L'Asia è grande ed eterogenea e non dobbiamo limitarci a guardare alla sola Cina, al contrario. Negli ultimi anni abbiamo rafforzato e diversificato i nostri legami con il Giappone, l'India, la Corea del Sud, l'ASEAN, l'Australia e la Nuova Zelanda."

 

Ma l'Asia è grande ed eterogenea, e non dobbiamo limitarci a guardare alla sola Cina, al contrario. Negli ultimi anni abbiamo rafforzato e diversificato i nostri legami con il Giappone, l'India, la Corea del Sud, l'ASEAN, l'Australia e la Nuova Zelanda, affiancando alle nostre relazioni economiche, tradizionalmente forti, una maggiore cooperazione in materia di politica estera e sicurezza. Permettetemi di ricordare alcune tappe fondamentali:

  • Con il Giappone abbiamo firmato un accordo di partenariato strategico e un accordo di partenariato economico. Ad oggi, l'accordo UE-Giappone è il maggior accordo di libero scambio (ALS) in termini di impatto sulla liberalizzazione economica. Abbiamo inoltre concluso ambiziosi accordi di libero scambio con la Corea del Sud, il Vietnam e Singapore, e stiamo avanzando rapidamente con l'Australia e la Nuova Zelanda.
  • Nel maggio 2018 i ministri degli Affari esteri dell'UE si sono impegnati ad approfondire la cooperazione e il dialogo dell'UE in materia di sicurezza con i partner asiatici. Per realizzare tale ambizione abbiamo sviluppato un progetto denominato "Enhancing security cooperation in and with Asia" (Rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza in Asia e con l'Asia), lavorando concretamente con partner quali India, Indonesia, Giappone, Singapore, Corea del Sud e Vietnam su sicurezza marittima e informatica, lotta al terrorismo e all'estremismo violento, e formazione in materia di mantenimento della pace.
  • Abbiamo adottato una strategia dell'UE in materia di connessione per far progredire la nostra ambizione di sviluppare una connettività sostenibile, globale e basata su regole. Una definizione di connettività sostenibile è stata approvata da 53 partner asiatici ed europei in occasione del vertice ASEM12 ospitato dall'UE nell'ottobre 2018.
  • Lo scorso dicembre, a coronamento di diversi anni di sforzi per approfondire la nostra collaborazione con l'ASEAN, abbiamo portato le nostre relazioni a un livello superiore grazie alla conclusione di un partenariato strategico.

Quest'anno è importante partire da questi progressi e intensificare i lavori. A tale riguardo, tre sono a mio parere le priorità:

1. Definire un approccio dell'UE per la regione indo-pacifica

Per molti versi la regione indo-pacifica rappresenta attualmente il centro di gravità economico e strategico del mondo. Era già così prima della pandemia e lo è ancor di più oggi. La zona di confluenza degli oceani Indiano e Pacifico che si estende dall'Africa orientale al Pacifico occidentale rappresenta una regione strategica integrata. L'UE è strategicamente collegata a tale regione in diversi modi: attraverso legami in campo commerciale come pure nel settore degli investimenti e della sicurezza.

 

La regione indo-pacifica è importante per l'UE, e l'UE ha tutto l'interesse a che l'architettura regionale resti aperta e basata su regole."

 

La regione indo-pacifica conta le economie in più rapida crescita a livello mondiale e rappresenta il 62 % del PIL mondiale; è la seconda destinazione delle esportazioni UE e ospita quattro dei dieci principali partner commerciali dell'UE. Pertanto, la regione indo-pacifica è importante per l'UE, e l'UE ha tutto l'interesse a che l'architettura regionale resti aperta e basata su regole.

In quanto UE, vogliamo collaborare con numerosi partner per promuovere i valori e i principi fondamentali che condividiamo. Un buon esempio è la recente partecipazione del ministro degli esteri giapponese Motegi al Consiglio "Affari esteri" dell'UE di gennaio (link esterno). Il ministro ha fatto una presentazione molto interessante sulla visione giapponese di una "regione indo-pacifica libera e aperta" e sulla portata della cooperazione UE-Giappone in numerosi ambiti, dalla sicurezza marittima al commercio e agli investimenti basati su regole, alle infrastrutture di qualità e alla prevenzione delle cosiddette "trappole del debito". Numerosi ministri degli Esteri dell'UE hanno fatto eco al messaggio principale secondo cui, in un mondo caratterizzato dalla competizione tra grandi potenze e dall'erosione dell'ordine basato su regole, l'UE e il Giappone hanno un forte interesse ad approfondire la loro cooperazione.

 

"L'obiettivo è che l'UE definisca una visione comune per il suo futuro impegno nella regione indo-pacifica."

 

Poiché diversi Stati membri dell'UE (ad esempio Francia, Germania e Paesi Bassi) hanno adottato una strategia o orientamenti a livello nazionale per quanto riguarda la regione indo-pacifica, è giunto il momento di fare altrettanto anche a livello di UE. L'obiettivo è che l'UE definisca, nei prossimi mesi, una visione comune per il suo futuro impegno nella regione indo-pacifica. Adotteremo certamente un approccio ampio e inclusivo, ponendo l'accento sul nostro sostegno alle iniziative regionali e multilaterali. E dobbiamo tener conto che è importante non solo ciò che facciamo in quanto UE nella regione indo-pacifica, ma anche ciò che facciamo con i paesi della regione in materia di commercio e investimenti, clima e biodiversità, tecnologie emergenti o nuove minacce per la sicurezza. Il denominatore comune sarà il nostro interesse a difendere e delineare approcci basati su regole.

2. Lavorare per un cambio di passo nella cooperazione UE-India

Nella regione indo-pacifica l'India svolge decisamente un ruolo centrale. Da tempo l'UE e l'India condividono un impegno a favore dell'ordine internazionale basato su regole e della democrazia. Tuttavia, ad essere onesti, nella storia le nostre relazioni hanno avuto la tendenza a procedere al di sotto del loro potenziale. Fortunatamente, negli ultimi anni entrambe le parti hanno tentato seriamente di imprimere un nuovo slancio.

 

"Da parte sua, l'India ha anche deciso di investire maggiormente nelle proprie relazioni con l'UE, spinta in parte dalla crescente assertività della Cina e dalla Brexit, che impone a Nuova Delhi di non vedere più Londra come il suo unico punto di ingresso in "Europa"."

 

I motivi alla base di tale decisione sono chiari: nel prossimo decennio l'India diventerà il paese più popolato al mondo e il 50% degli indiani avrà un'età inferiore ai 25 anni. Per l'UE, è necessario intensificare le relazioni con un paese dal peso così importante. L'India ha inoltre deciso di investire maggiormente nelle proprie relazioni con l'UE, spinta in parte dalla crescente assertività della Cina e dalla Brexit, che impone a New Delhi di non vedere più Londra come il suo unico punto di ingresso per trattare con l'"Europa". Vi è dunque una convergenza di interessi al massimo livello da entrambe le parti, che si traduce in progressi a livello operativo.

Il vertice UE-India dello scorso anno ha confermato l'interesse a intensificare la cooperazione su importanti fronti bilaterali e multilaterali, quali la transizione verso un'energia pulita, l'economia digitale, la connettività nonché la sicurezza e la politica estera, in cui l'India inizia a considerare l'UE un partner importante. Sono molteplici le opportunità per adoperarsi maggiormente in tale settore ora che l'India è un membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (2021-2022), siede nel Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (2019-2021) e deterrà la presidenza del G20 nel 2023.

La prossima grande opportunità per portare avanti la cooperazione UE-India si presenterà a maggio, a Porto, dove è previsto un vertice a cui parteciperanno tutti i capi di Stato e di governo dell'UE 27, insieme al primo ministro Modi, al presidente del Consiglio europeo e alla presidente della Commissione europea. In tale occasione auspichiamo di avviare un partenariato UE-India per la connettività. Tale partenariato, che dovrebbe riguardare i settori del digitale, dell'energia, dei trasporti e della connettività umana, prevede non solo che l'UE e l'India lavorino a livello bilaterale, ma anche che uniscano i loro sforzi per migliorare la connettività con le regioni e i paesi terzi. Durante il vertice speriamo inoltre di dichiarare impegni ambiziosi in materia di cambiamenti climatici in vista della COP 26. Infine sarà importante anche potenziare le relazioni commerciali e di investimento, elemento riguardo al quale entrambe le parti hanno grandi aspettative di compiere progressi concreti.

3. Rinnovare il nostro lavoro sulla connettività

Da anni nelle discussioni strategiche nella regione indo-pacifica si sente ripetere il termine "connettività". La pandemia ha rafforzato la consapevolezza di quanto siamo connessi e interdipendenti nei settori strategici. Ora più che mai, la domanda fondamentale è: chi controlla questi flussi e chi fisserà le regole e le norme?

 

"L'approccio europeo alla connettività, che pone l'accento sulle regole, sulla sostenibilità come pure sui benefici e sulla titolarità a livello locale corrisponde al modo in cui molti intendono procedere nella regione. Tuttavia, si tratta di un settore competitivo: alcuni grandi attori si stanno muovendo con determinazione. È in corso una battaglia di norme"

 

Molti partner asiatici accolgono con favore un maggiore impegno europeo. "L'approccio europeo alla connettività, che pone l'accento sulle regole, sulla sostenibilità come pure sui benefici e sulla titolarità a livello locale, corrisponde al modo in cui molti intendono procedere nella regione. Tuttavia si tratta di un settore competitivo: alcuni grandi attori si stanno muovendo con determinazione. È in corso una battaglia di norme. Pertanto, mentre l'ordine regionale post-pandemia è in via di definizione, l'UE avrà bisogno di adottare un approccio proattivo e di fare leva sulle proprie risorse economiche e di altro tipo collaborando, ove opportuno, con partner che condividono gli stessi principi.

Ad esempio, il ministro Motegi ha sottolineato la necessità di una connettività sostenibile nella sua presentazione ai ministri degli Affari esteri dell'UE, svoltasi durante la sessione del Consiglio "Affari esteri", aggiungendo che l'UE e il Giappone dovrebbero collaborare strettamente. In effetti, è questo il motivo principale per cui, già nel 2019, l'UE e il Giappone hanno firmato un partenariato per la connettività. Da allora abbiamo portato avanti non solo i nostri principi comuni di sostenibilità e di infrastrutture di qualità, ma anche il funzionamento concreto sul campo, sia esso nel settore energetico in Kenya e nei lavori per lo sviluppo di corridoi di trasporto in Africa o in cooperazione con i partner dell'ASEAN in materia di cibersicurezza. Ci adoperiamo già molto per sostenere il piano generale dell'ASEAN per la connettività e, come affermato, speriamo di avviare un partenariato per la connettività con l'India a maggio.

 

"Nel settore della connettività, l'UE è una superpotenza. La percezione comune e la realtà sono due cose molto diverse... Nei sei anni tra il 2013 e il 2018, l'UE ha destinato 410 miliardi di EUR all'aiuto pubblico allo sviluppo su scala mondiale, rispetto ai 34 miliardi di EUR della Cina nello stesso periodo."

 

Nel settore della connettività, la percezione comune e la realtà sono due cose molto diverse. Tale divario di percezione è importante poiché la connettività è parte integrante del panorama geopolitico. Vorrei ricordare che nei sei anni tra il 2013 e il 2018 l'UE ha destinato 410 miliardi di EUR all'aiuto pubblico allo sviluppo su scala mondiale, rispetto ai 34 miliardi di EUR (link esterno) della Cina nello stesso periodo. Anche nell'ambito dell'iniziativa faro per una "nuova via della seta" della Cina, i progetti finanziati con il debito pubblico - e non mediante sovvenzioni - ammontavano a 464 miliardi di EUR nello stesso periodo (link esterno), secondo le stime della Banca mondiale. L'UE è di gran lunga la principale fonte di investimenti esteri diretti, con un volume complessivo di 11 600 miliardi di EUR, rispetto ai 1 900 miliardi di EUR della Cina (link esterno). L'UE è stata ed è tuttora una superpotenza nel settore della connettività, sia sul piano interno che all'estero. Tuttavia, dobbiamo pensare a noi stessi in questi termini e attingere a tali punti di forza per definire e mettere in atto un approccio strategico, collaborando con il settore privato, le banche di sviluppo dell'UE e altri istituti finanziari pubblici, nonché gli Stati membri dell'UE.

Connettività significa connettere le persone, e le discussioni riguardanti tale tema possono essere astratte o disgressive. Essere strategici significa definire le priorità in relazione alle regioni e ai settori e, soprattutto, stabilire un numero limitato di progetti faro. Le persone dovrebbero essere in grado di vedere, in modo molto concreto, ciò che l'UE e i suoi partner stanno facendo.

 

"Il settore della connettività è un buon esempio di fusione tra geoeconomia e geopolitica e dobbiamo trattarlo come tale."

 

Spesso ci lamentiamo del fatto che l'UE è considerata un "pagatore e non un attore". O del fatto che, pur avendo un grande potere di mercato e di normazione, non riteniamo che questi siano strumenti per promuovere gli obiettivi strategici dell'UE. Il settore della connettività offre l'opportunità di cambiare tale impressione. È un buon esempio di fusione tra geoeconomia e geopolitica e dobbiamo trattarlo come tale. In quanto persona incaricata di coordinare le politiche estere degli Stati membri al Consiglio e di garantire la coerenza delle politiche esterne della Commissione, sono ben consapevole della necessità di pensare e agire in modo congiunto. Dobbiamo fare della connettività un filone di lavoro prioritario, sia per la ripresa post-pandemia sia per la nostra politica estera generale, nella regione indo-pacifica e oltre.

 

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