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Un multilateralismo per il XXI secolo

17/02/2021 - Blog dell'AR/VP - Perché è necessario investire nel multilateralismo? Perché funziona. Oggi abbiamo stabilito cosa può fare l'UE per rafforzare e modernizzare il sistema globale di regole e istituzioni da cui tutti noi dipendiamo.

"In un mondo più multipolare e diseguale servono regole concordate e istituzioni forti".

 

Viviamo in un mondo sempre più multipolare e sempre meno multilaterale. Ma chiediamoci innanzitutto: cos'è il multilateralismo? Il multilateralismo è essenzialmente un insieme di norme e metodi che gli attori internazionali (Stati, imprese, società civile) convengono di seguire e attuare sulla base di principi condivisi vincolanti per tutti. Che si sia forti o deboli, le norme sono - almeno in linea di principio - vincolanti per tutti. Il multilateralismo riflette una preferenza per le norme piuttosto che per la forza. Ecco perché è tagliato su misura per l'Europa.

Per l'UE sostenere questo "sistema" internazionale basato sulle regole non è un mero articolo di fede, ma piuttosto una scelta basata sui fatti: il multilateralismo ha coinciso con il più lungo periodo di pace, stabilità e sviluppo umano a livello mondiale. Il sistema multilaterale ha rappresentato un bene pubblico mondiale di cui hanno beneficiato tutti i paesi, UE compresa. Non vogliamo vivere in un mondo dove "il potere è diritto", ma in un mondo in cui istituzioni forti, norme concordate e diritto internazionale "addomestichino la componente selvaggia dell'uomo" e costituiscano la base della cooperazione globale.

 

"Oggi il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è bloccato, l'OMS e l'OMC sono contestate e il G20 produce pochi risultati. Ma noi, come UE, vogliamo che tutte queste organizzazioni lavorino con successo, e di fatto ne abbiamo bisogno".

 

Negli ultimi anni questa visione è stata messa in discussione a causa di rivalità accanite per il potere, di un nazionalismo competitivo e del populismo. Ormai, in seno alle principali organizzazioni multilaterali, anziché cercare un terreno comune, molti pronunciano veti e cercano di assicurarsi vantaggi nazionali. Risultato: il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è bloccato, l'OMS e l'OMC sono contestate e il G20 produce pochi risultati. Ma noi, come UE, vogliamo che tutte queste organizzazioni lavorino con successo, e di fatto ne abbiamo bisogno.

Purtroppo l'erosione del multilateralismo cade in un tempo particolarmente sfavorevole: il mondo si trova infatti a dover fronteggiare due grandi sfide che sembrano invocare a gran voce l'adozione di approcci collaborativi e multilaterali: porre fine alla pandemia e far fronte alla crisi climatica. Eppure fino ad ora tale invocazione sembra essere caduta nel vuoto. Fortunatamente i primi passi dell'amministrazione Biden hanno segnato, nei toni e nella sostanza. una positiva inversione di marcia che però non esime l'UE dal compito di individuare ciò che può fare per "rendere il multilateralismo adatto allo scopo".

Le due priorità orizzontali gemelle della politica estera dell'UE (link esterno) nel 2021 sono lo sviluppo della nostra autonomia strategica, di cui abbiamo parlato molto (link esterno), e il rilancio del multilateralismo. Queste due priorità vengono considerate talvolta, e a torto, conflittuali, mentre sono due facce della stessa medaglia: vogliamo operare multilateralmente ogni volta che possiamo e autonomamente solo quando siamo costretti. È questo il contesto politico in cui vorremmo presentare una nuova proposta, una comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante (il sottoscritto), sul rafforzamento del contributo dell'UE al multilateralismo basato su regole.

 

"Ci adopereremo per mantenere quel che funziona, riformare ciò che va cambiato ed estendere la governance globale a nuovi settori."

 

Quando si parla di multilateralismo la diagnosi è la parte più facile: vi è ampio consenso sulla natura del problema. D'altra parte è fin troppo semplice ripetere come un mantra che il multilateralismo è la soluzione e invocare sostegno per questa posizione. La questione vera è: qual è la cura da prescrivere e, nella fattispecie, cosa possiamo e dobbiamo fare a livello UE. La risposta è che vogliamo sfruttare la forza collettiva dell'UE, approfondire i partenariati e le alleanze e rafforzare la coerenza tra le politiche interne ed esterne dell'UE. In linea generale ci adopereremo per mantenere quel che funziona, riformare ciò che va cambiato ed estendere la governance globale a nuovi settori.

 

"È importante che venga vaccinato il mondo intero, non solo noi e i nostri vicini, e dobbiamo essere più rapidi delle mutazioni del virus."

 

La comunicazione congiunta elenca molti settori in cui l'UE intende fare di più, in modo diverso e migliore. In questa sede vorrei concentrarmi su alcuni aspetti chiave. In primo luogo, la pandemia è tuttora la sfida più urgente all'ordine del giorno. Può sembrare un cliché, ma rimane vero che una crisi globale richiede una cooperazione globale. Ciò vale anche per la questione che è attualmente in cima a tutti gli ordini del giorno: la somministrazione dei vaccini. È importante che venga vaccinato il mondo intero, non solo noi e i nostri vicini, e dobbiamo essere più rapidi delle mutazioni del virus, giacché i nuovi ceppi possono diffondersi tra le popolazioni non protette e mutare ulteriormente. Per questo motivo l'UE sostiene il lavoro dell'OMS, anche in veste di principale donatore dello strumento COVAX. In questo possiamo contare sull'impegno del nostro Team Europa, finalizzato a sostenere le capacità dei partner di gestire la crisi sanitaria. Inoltre intendiamo rafforzare l'OMS conferendole l'autorità, gli strumenti e le risorse di cui ha bisogno per poter gestire questa pandemia ed eventuali pandemie future.

Al di là della crisi sanitaria, dobbiamo rimanere pienamente mobilitati per plasmare più efficacemente il futuro. Siamo determinati a lavorare per un modello economico più sostenibile e inclusivo: più rispettoso della natura e dei limiti ecologici e senza le crescenti disuguaglianze all'interno dei paesi e tra di essi. Dobbiamo fare in modo che la ripresa post-pandemia sia una ripresa trasformativa. A tal fine, contiamo su tutti i paesi del G20 per attuare la riduzione del debito e lavorare a nuove risorse per il finanziamento dello sviluppo. 

 

"Per quanto riguarda la crisi climatica, tutti devono sforzarsi di più su tutti i fronti - mitigazione, finanziamenti per il clima, tecnologia, riunendo intorno a un tavolo governi, industria, scienziati e altri soggetti. Si tratta di un banco di prova molto impegnativo per il "multilateralismo 2.0"."

 

In secondo luogo, i cambiamenti climatici rimangono una minaccia esistenziale per tutto il mondo. Il consenso scientifico è evidente e i segnali di avvertimento sono sotto gli occhi di tutti. L'accordo di Parigi è tuttora un ottimo esempio di multilateralismo riuscito, ma collettivamente non facciamo abbastanza per l'obiettivo di contenere l'aumento della temperatura globale al di sotto dei 1,5-2 ºC. Pertanto, prima del vertice di Glasgow della COP 26, serve una svolta decisa verso un percorso di azzeramento delle emissioni nette per tutti i principali emettitori. Ciò richiede a sua volta maggiori sforzi da parte di tutti e su tutti i fronti: mitigazione, finanziamenti per il clima, tecnologia, riunendo intorno a un tavolo governi, industria, scienziati e altri soggetti. Si tratta di un banco di prova molto impegnativo per il "multilateralismo 2.0 (link esterno)"."

 

"A livello di UE intendiamo sviluppare le tecnologie digitali, compresa l'intelligenza artificiale, con un approccio antropocentrico basato sui diritti umani e sullo Stato di diritto."

 

 Un terzo settore in cui servono soluzioni multilaterali nuove ed efficaci è il digitale, un settore vitale in cui i cambiamenti tecnologici hanno ormai travalicato la nostra capacità di definire e attuare norme comuni. Attualmente sono in gioco modelli concorrenti ed è in corso una battaglia sulle norme, con presupposti fondamentalmente diversi per quanto riguarda i diritti e le libertà digitali e il possesso dei dati. A livello di UE intendiamo sviluppare le tecnologie digitali, compresa l'intelligenza artificiale, con un approccio antropocentrico basato sui diritti umani e sullo Stato di diritto. In questo contesto è fondamentale non fermarsi alle soluzioni che riguardano solo l'UE, ma puntare sulla collaborazione con i partner per definire norme e regole ambiziose. L'agenda deve prevedere anche un lavoro congiunto sulla tassazione del digitale, la protezione dei dati e della privacy, la disinformazione, il 5G, la governance di Internet, la cibersicurezza, la finanza digitale (compresi i pagamenti e le criptovalute) nonché la pubblica amministrazione elettronica, un settore in cui le norme attuali sono insufficienti.

Il quarto e ultimo aspetto che vorrei menzionare è quello della pace e della sicurezza. Riguardo all'accordo nucleare iraniano, alle attività di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, agli sforzi congiunti per rafforzare la sicurezza marittima o per combattere la non proliferazione e il terrorismo, dobbiamo insistere per una cooperazione multilaterale focalizzata sui risultati nell'ambito delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni appropriate. Ogniqualvolta sia possibile dobbiamo essere pronti ad assumere maggiori responsabilità per far funzionare il multilateralismo della sicurezza e costruire un mondo più stabile e pacifico.

La comunicazione congiunta contiene numerose proposte su come conseguire i nostri obiettivi multilaterali, anche adattandoci a un più ampio contesto transazionale globale. Dobbiamo essere fermi sui nostri principi ma agili nel modo in cui li applichiamo. La strada da percorrere è una sola e prevede di rafforzare i partenariati, perché sappiamo che non possiamo essere multilateralisti da soli. È doveroso innanzitutto sostenere le Nazioni Unite e le riforme che sta portando avanti il Segretario generale Guterres. Occorre poi rafforzare i partenariati basati sui valori con i partner che condividono i nostri stessi principi e le coalizioni tematiche con i partner meno affini, al fine di promuovere i beni pubblici globali come l'azione sui cambiamenti climatici, la biodiversità e la salute.

Naturalmente è indispensabile collaborare con le organizzazioni regionali, sia con quelle attive nel nostro vicinato, come il Consiglio d'Europa e l'OSCE, che con l'Unione africana (UA), la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (CELAC) e l'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN). Le organizzazioni regionali sono elementi fondamentali in un mondo in cui raggiungere un consenso tra 193 paesi si rivela assai difficile; dobbiamo rafforzarne il ruolo, anche all'interno del sistema delle Nazioni Unite e proponiamo quindi riunioni annuali periodiche tra i capi di tali organizzazioni regionali.

In un mondo più multipolare e diseguale servono regole concordate e istituzioni forti. L'obiettivo del presente documento è puntare i riflettori sui nostri impegni multilaterali: per mantenere alta la pressione, anche su noi stessi, per dare seguito e riuscire; in breve, per agire. È quel che intendiamo fare con gli Stati membri dell'UE e i nostri partner.

https://twitter.com/JosepBorrellF/status/1362013609145098244

 

Per maggiori informazioni:

Un multilateralismo rinnovato adatto al XXI secolo: l'agenda dell'UE

Comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio sul rafforzamento del contributo dell'UE al multilateralismo basato su regole

Scheda informativa:Agenda dell'UE per un multilateralismo rinnovato

Scheda informativa:UE-ONU,partner globali

Scheda informativa:Come agisce l'UE in seno alle Nazioni Unite?

Scheda informativa:Rafforzare il partenariato strategico UE-ONU sulla gestione delle crisi

 

 

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