Come far si che l’Ucraina vinca

05.02.2023
Bruxelles
Strategic Communications

Project Syndicate / Several Outlets - Exactly one year ago, it was still unclear whether Europeans would be able to come together to support Ukraine in the face of Russian aggression. But, following the latest announcements of stepped-up military aid, there can no longer be any doubt about Europe's willingness to furnish what Ukraine needs to win.

A quasi un anno dall'invasione russa dell'Ucraina, la guerra sta entrando in una nuova fase. Dopo il fallito attacco a Kiev della scorsa primavera e la sorprendente controffensiva degli ucraini, che hanno liberato Kharkiv nel nord e Kherson nel sud, il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato una campagna punitiva per colpire civili e infrastrutture energetiche con droni e missili. Bloccato sul campo di battaglia, Putin sta cercando di far si’ che quanti piu’ ucraini possibile siano costretti a passare l'inverno al freddo e al buio.

La linea del fronte non si è spostata molto negli ultimi mesi. Ma i combattimenti restano feroci (con molte vittime) e la Russia sembra prepararsi a una grande offensiva di primavera. L'economia russa sta diventando di guerra e la macchina della propaganda del Cremlino è in tilt : macina un mix di minacce apocalittiche e deliri imperialistici. L'ultima testata giornalistica indipendente russa, Meduza, e l'ultima organizzazione per i diritti umani, il Centro Sakharov, sono state costrette a chiudere. Il clima a Mosca è di sfida.

In queste circostanze, gli alleati dell'Ucraina hanno buoni motivi per aumentare l'aiuto militare, anche con la fornitura di carri armati. L'obiettivo è che l'Ucraina prevalga contro il suo aggressore. Ma non possiamo augurarcelo senza fornire all'Ucraina i mezzi affinche’ questo accada. L'alternativa è una prolungata guerra di logoramento, che porterà più morti in Ucraina, una maggiore insicurezza per l'Europa e continue sofferenze in tutto il mondo (dovuta alla decisione della Russia di usare furniture energetiche e alimentari come armi).

I partner dell'Ucraina si erano già impegnati a fornire difese aeree avanzate come il sistema missilistico Patriot di fabbricazione statunitense, obici più capaci e altri mezzi corazzati da combattimento. Ma prima di arrivare alla recente grande svolta, vi è stato un serrato dibattito sull'opportunità di fornire carri armati come il tedesco Leopard 2 o l’americano M1 Abrams. Sostengo da tempo che dobbiamo fornire all'Ucraina i mezzi per respingere l’attacco della Russia. I carri armati sono necessari alle forze ucraine per superare lo stallo della guerra di trincea e per ritrovare lo slancio dello scorso autunno quando riconquistarono Kharkiv e Kherson.

L’accordo sui carri armati ha richiesto tempo e intense discussioni, anche in seno al Consiglio Affari Esteri dell'Unione Europea. La svolta è arrivata quando la Germania ha accettato di inviare i Leopard 2, in coordinamento con gli Stati Uniti che forniranno una trentina di M1 Abrams. Sebbene la consegna di questi mezzi richiedera’ tempo, un addestramento intensivo e la necessaria manutenzione, il risultato non si ferma sul campo di battaglia. Abbiamo mandato di nuovo un altro forte segnale alla Russia : Putin ha sbagliato - ancora una volta - a dubitare della nostra determinazione.

Naturalmente, alcuni obietteranno che altre armi prolungheranno la guerra e si rischierà un'ulteriore escalation, e che i negoziati diplomatici sono l'unica soluzione. Ma mentre gli europei rimagono sempre disponibili nei confronti di chiunque sia seriamente intenzionato a cercare una fine negoziata e giusta della guerra, la Russia finora ha chiarito che intende persistere con i suoi crimini di guerra. Tutti coloro che hanno cercato di trattare con Putin sono tornati a mani vuote. Finché questo non cambierà, dobbiamo concludere che l'unico modo per porre fine alla guerra è dare all'Ucraina i mezzi per cacciare l'invasore.

Il compito dell'UE, quindi, è di fare tutto il possibile per sostenere l'Ucraina. Ed è quello che stiamo facendo. Insieme ai governi degli Stati membri dell'UE, abbiamo già mobilitato 12 miliardi di euro (13,1 miliardi di dollari) in armi e forniture all'Ucraina, di cui 3,6 miliardi di euro provenienti dal Fondo Europeo per la Pace. Considerando anche gli aiuti macrofinanziari e umanitari, il nostro sostegno totale si avvicina ai 50 miliardi di euro.

Non solo. L'UE è attualmente prima nella formazione del personale ucraino. Grazie alla Missione di assistenza militare dell'UE in Polonia e Germania, addestreremo 15.000 truppe entro aprile e siamo pronti a formarne altre 15.000, anche all'uso di carri armati come il Leopard 2.

Dopo avere già ridotto la nostra dipendenza dalle importazioni di energia russa nel giro di pochi mesi, come Unione Europea stiamo lavorando a un decimo pacchetto di sanzioni. E nessuno si faccia ingannare: le sanzioni stanno funzionando. Il petrolio russo e’ venduto con uno sconto di 40 dollari rispetto al Brent e si prevede che le entrate energetiche giornaliere della Russia scenderanno da circa 800 milioni di euro a 500 milioni di euro dopo l'entrata in vigore, questo mese, delle nostre ultime misure. La guerra sta costando cara al Cremlino e quanto piu’ durerà, tanto piu’ questo prezzo aumenterà.

Nel gennaio del 2022, poco prima dell'invasione, avevo visitato la regione del Donbas e visto la linea del fronte. Per ovvie ragioni, quel viaggio mi è rimasto profondamente impresso. Mentre tornavamo a Kiev, il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ammise : « L'invasione e’ alle porte e sappiamo che non verrete a combattere dalla nostra parte". Ma subito aggiunse: "Ci darete le armi di cui abbiamo bisogno per difenderci?".

Onestamente, all’epoca non ero sicuro di come avrei dovuto rispondere, perché non sapevo quanto forte sarebbe stata la determinazione europea. Oggi la risposta è facile. Mentre mi appresto a tornare a Kiev questa settimana in vista del vertice UE-Ucraina, nessuno ha dubbi che l'Europa sia stata all'altezza della situazione. Ora dobbiamo continuare a dare all'Ucraina i mezzi per sconfiggere l'aggressore, per ripristinare la sua sovranità e per trovare il suo posto nell'Unione europea.