Il percorso lungo e complesso verso un regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani

31/10/2020 - Blog dell'AR/VP - Sin dall'inizio del mio mandato ho lavorato a un nuovo regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani. Siamo ora giunti alla fase finale del processo lungo e complesso avviato per istituirlo. Quando il Consiglio avrà adottato gli strumenti giuridici, questo regime ci consentirà di perseguire rapidamente i responsabili delle violazioni, ovunque esse si verifichino. Vorrei spiegare di cosa si tratta e come funziona il meccanismo istituzionale dell'UE.

"Una volta adottato, il nuovo regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani ci consentirà di perseguire rapidamente i responsabili delle violazioni, ogniqualvolta esse si verifichino."

Il quarto giorno del mio mandato, nel dicembre 2019, ho partecipato alla riunione congiunta della commissione per gli affari esteri (AFET) del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali al fine di discutere delle priorità d'intervento che intendevo conseguire durante il mio mandato. Il luogo dell'incontro era la stessa sala in cui si era tenuta la mia audizione in qualità di AR/VP designato.

I deputati del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali hanno avanzato numerosi suggerimenti riguardo agli ambiti in cui rafforzare la politica estera dell'UE e alle modalità per farlo. Ricordo soprattutto la domanda posta dall'onorevole Rihards Kols, deputato lettone, con cui mi chiedeva se ero favorevole a una "legge Magnitsky europea". Gli ho risposto che, in generale, ero del tutto favorevole a un'azione forte dell'UE in materia di diritti umani, ma ho dovuto anche ammettere che non ero pienamente consapevole del significato esatto della sua domanda.

Il modello della legge Magnitsky

Per chi non conoscesse questo atto, la cosiddetta legge Magnitsky, ufficialmente nota come il Russia and Moldova Jackson-Vanik Repeal and Sergei Magnitsky Rule of Law Accountability Act, è un disegno di legge bipartisan approvato dal Congresso degli Stati Uniti e promulgato dal presidente Barack Obama nel dicembre 2012. Ha lo scopo di punire i funzionari russi responsabili della morte dell'avvocato tributarista russo Sergei Magnitsky in un carcere di Mosca nel 2009.

"Mi ha convinto l'idea di disporre di un regime globale di sanzioni per contrastare gli abusi dei diritti umani, invece di procedere caso per caso come avviene ora."

Non appena ho esaminato adeguatamente il fascicolo, mi ha convinto l'idea di disporre di un regime globale di sanzioni per contrastare gli abusi dei diritti umani, invece di procedere caso per caso come avviene ora. Pochi giorni dopo, in occasione del mio primo Consiglio "Affari esteri", è stato raggiunto un accordo politico fra tutti gli Stati membri per avviare i lavori su tale regime, un'iniziativa proposta per la prima volta dai Paesi Bassi. Ho concluso la conferenza stampa affermando che vi era stato ampio accordo sull'avvio dei lavori preparatori e ho aggiunto che si trattava di un passo avanti concreto che ribadisce la leadership mondiale dell'UE in materia di diritti umani.

Una lunga discussione sull'ambito di applicazione del nuovo regime

Nei mesi successivi gli Stati membri hanno discusso intensamente i parametri e l'ambito di applicazione del nuovo regime sanzionatorio, in particolare quali azioni dovessero rientrarvi e quali sanzioni potessero essere applicate. Appena è stato raggiunto un accordo politico generale, il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e i servizi della Commissione hanno preparato i documenti giuridici pertinenti per sottoporli all'approvazione del Consiglio e dare vita a questo nuovo regime. Sul piano giuridico, infatti, la decisione finale sulle sanzioni spetta al Consiglio, ma era importante avere il sostegno politico della Commissione sulla questione. In particolare, ha giovato che la presidente von der Leyen abbia fatto esplicito riferimento al nuovo regime di sanzioni durante il suo primo discorso sullo stato dell'Unione.

 

"Il sostengo della Commissione al nuovo regime di sanzioni era molto importante e, in particolare, ha giovato che la presidente von der Leyen vi abbia fatto riferimento durante il suo discorso sullo stato dell'Unione."

 

Il processo di approvazione non è stato semplice né veloce. Anche se si trattava di una priorità politica, era importante non affrettare le discussioni per garantire che tutti i soggetti coinvolti giungessero a una comprensione condivisa e a un senso di unità di intenti e per creare il consenso necessario. L'UE si basa su procedure e norme istituzionali concordate che dobbiamo seguire, anche se ciò richiede tempo. In questo caso particolare, la Commissione e il Consiglio devono accordarsi anche sulle rispettive competenze riguardo all'attuazione di tale regime sanzionatorio in conformità dei trattati.

Una procedura molto complessa

Per cogliere la complessità della procedura si noti che due proposte sono state presentate al Consiglio per approvazione: una decisione del Consiglio e un regolamento del Consiglio. La decisione del Consiglio, da me proposta in qualità di alto rappresentante previa discussione con i colleghi ministri degli Affari esteri, pone le basi politiche e giuridiche per il nuovo regime. Il regolamento del Consiglio è una proposta congiunta dell'alto rappresentante e della Commissione europea che integra la decisione del Consiglio al fine di garantire l'applicazione uniforme delle sanzioni in tutta l'UE.

Dopo che la Commissione ha approvato la proposta congiunta di regolamento del Consiglio, il pacchetto è stato inviato al Consiglio il 19 ottobre per essere discusso e adottato dagli Stati membri. Si tenga presente che è necessaria l'unanimità ed è quindi ancora possibile che siano apportate modifiche.

Le procedure di adozione sono dunque complesse ma, una volta adottato, come si applicherà il regime e in che modo sarà diverso e migliore rispetto al sistema vigente?

Abbiamo tratto ispirazione dal crescente movimento globale tra paesi che condividono i medesimi principi volto all'istituzione di regimi analoghi al Global Magnitsky Act statunitense (link esterno). Tuttavia, sebbene l'obiettivo generale sia molto simile, l'ambito di applicazione è diverso. Il regime europeo si concentra solo sulle gravi violazioni dei diritti umani, mentre quello statunitense comprende anche la lotta alla corruzione.

"Troppi responsabili di violazioni dei diritti umani sono convinti che i loro crimini resteranno impuniti. Scardinare questa convinzione è l'obiettivo principale del nuovo regime di sanzioni."

 

Troppi responsabili di violazioni dei diritti umani sono convinti che i loro crimini resteranno impuniti. Scardinare questa convinzione è l'obiettivo principale del nuovo regime di sanzioni.

Le sanzioni oggi: decise nei confronti di singoli paesi

Al momento l'UE ricorre a sanzioni nel quadro di una più ampia gamma di strumenti al fine di promuovere il rispetto dei diritti umani, oltre al commercio, al dialogo, al sostegno finanziario ecc. Prendiamo decisioni su sanzioni finanziarie e divieti di viaggio e, talvolta, su altre restrizioni a livello settoriale, ad esempio sulla vendita di armi o altre attrezzature impiegate a scopo di repressione interna. Tali decisioni, tuttavia, sono assunte nei confronti di singoli paesi. Sono ben noti i casi di Siria, Libia, Venezuela, Bielorussia e Myanmar.

 

"Abbiamo bisogno di un regime globale che ci consenta di godere di maggiore flessibilità e che ci dispensi dal dover istituire ogni volta un quadro giuridico specifico per ogni caso particolare."

 

Abbiamo bisogno di un regime globale che ci consenta di godere di maggiore flessibilità nel perseguire i responsabili delle violazioni indipendentemente dal luogo in cui si trovano e che ci dispensi dal dover istituire ogni volta un quadro giuridico specifico per ogni caso particolare. Con il nuovo regime sanzionatorio saremo in grado di procedere più rapidamente e con maggiore efficienza.

Prossima tappa: l'adozione da parte del Consiglio

Come già accennato, il prossimo passo nel processo spetta agli Stati membri, che devono adottare il pacchetto all'unanimità in sede di Consiglio. Spero che ciò si possa realizzare in tempo per il Consiglio "Affari esteri" di dicembre, ovvero a un anno di distanza da quando i ministri degli Affari esteri hanno deciso per la prima volta di lavorare alla creazione di tale regime. Sarebbe un modo adatto per celebrare la giornata dei diritti umani, il 10 dicembre, giorno in cui nel 1948 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.