Libertà di credo, libertà di religione - non paura

22.08.2021

Mentre il mondo continua a rispondere agli effetti della pandemia mondiale, i diritti umani di molti che hanno convinzioni religiose, umanistiche e/o ateiste sono sempre più minacciati. In occasione della Giornata internazionale di commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sulla religione o sul credo, l'UE esprime la sua solidarietà con tutte le vittime di persecuzioni, ovunque si trovino.

All'articolo 18 della dichiarazione universale dei diritti umani si legge che ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Questo diritto include la libertà di cambiare religione o credo, così come la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l’insegnamento, le pratiche e l’osservanza dei riti.

Lo stesso diritto è ribadito all'articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Questo diritto è inequivocabilmente fondamentale per tutti gli esseri umani. Tuttavia, fino ad oggi abbiamo assistito a ingiustizie e atti di violenza commessi nei confronti di altri sulla base della loro religione, del loro credo o del loro ateismo.

"A tutti, indipendentemente dal luogo in cui vivono, dovrebbe essere garantito il diritto di non professare una religione o un credo oppure di sceglierli, cambiarli, praticarli e manifestarli e di essere liberi da discriminazioni", ha dichiarato l'alto rappresentante dell'UE Josep Borrell, in occasione della Giornata internazionale commemorativa delle vittime di atti di violenza basati sulla religione o sul credo.

La pandemia mondiale ha avuto un impatto sul pieno godimento del diritto alla libertà di riunione pacifica e alla libertà di religione o di credo. Ad esempio, le manifestazioni pubbliche della libertà di religione o di credo sono diventate più difficili a causa delle preoccupazioni di salute pubblica in tutto il mondo.

L'UE ha condannato in particolare l'intensificarsi della discriminazione, dell'incitamento all'odio, dei reati generati dall'odio e della tendenza a cercare un capro espiatorio nelle minoranze religiose durante la diffusione della pandemia. Ciò non è accettabile e l'UE si è espressa chiaramente in proposito. L'UE ha costantemente espresso preoccupazione per le violazioni della libertà di religione o di credo nei dialoghi politici con i paesi partner.

In questa occasione, l'alto rappresentante e vicepresidente Josep Borrell, a nome dell'UE, ribadisce che "la libertà di religione o di credo e la libertà di espressione sono diritti interdipendenti e interconnessi che si rafforzano reciprocamente". È chiaro all'UE che la promozione della libertà di religione o di credo non può costituire un pretesto per giustificare violazioni dei diritti umani, comprese quelle che colpiscono donne e ragazze, persone appartenenti a minoranze religiose o non credenti o le persone sulla base del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere.

Insieme possiamo ottenere di più

Josep Borrell ha dichiarato: "Combattere in modo imparziale tutte le forme di intolleranza religiosa, stigmatizzazione, discriminazione, istigazione alla violenza e violenza contro le persone fondate sulla religione o sul credo deve rappresentare una priorità per tutti gli Stati e per la comunità internazionale".

L'impegno dell'UE nel proteggere e promuovere la libertà di religione o di credo è ancorato al multilateralismo e in particolare al suo impegno nelle sedi ONU competenti in materia di diritti umani e nelle iniziative guidate dalle Nazioni Unite e si basa sui principi di uguaglianza, non discriminazione e universalità.

Quest'anno celebriamo il 40º anniversario della dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di intolleranza e discriminazione fondate sulla religione o sul credo. Josep Borrell coglie l'occasione per sottolineare che l'UE ribadisce che "nessuno può essere soggetto a coercizioni tali da pregiudicare la sua libertà di seguire una religione o un credo di sua scelta".

Azioni con impatto immediato

Il lavoro dell'UE su questo tema trova riscontro anche nel sostegno di progetti concreti sul campo. Nel 2020 l'UE ha avviato l'attuazione del progetto "Scambio globale sulla religione nella società", che offre una piattaforma attraverso la quale i soggetti religiosi o confessionali e altri soggetti della società civile possono entrare in contatto e che consente loro di collaborare per preservare le rispettive società come luoghi inclusivi e rispettosi per tutti, dove la cittadinanza condivisa sorregge una società autenticamente inclusiva e resiliente.

Inoltre, l'UE continua a finanziare tre progetti regionali in Medio Oriente e in Africa con oltre 5 milioni di euro nel periodo tra il 2018 e il 2022. I progetti sono destinati a migliorare il pluralismo culturale e la comprensione interculturale in relazione alla religione o al credo.

Comprendere il ruolo della religione e del credo favorisce la comprensione delle diverse visioni del mondo ed è fondamentale per costruire società pacifiche e inclusive, resilienti ai conflitti. In occasione di questa giornata l'UE è solidale con tutte le vittime di persecuzioni e ribadisce il proprio impegno a combattere la violazione di tale diritto all'interno e all'esterno dell'UE.


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