In un mondo di disordini, l'Europa ha bisogno di partner

10/07/2020 - Il 9 luglio ho avuto il piacere di partecipare a un dibattito fra eminenti esperti di affari internazionali provenienti da tutti i continenti, organizzato dal nostro EU ISS e da Carnegie, per discutere di come possiamo orientarci insieme in un mondo colpito dalla pandemia.

"L'Europa dovrebbe essere fondata su principi, ma non dogmatica. Aperta ma non debole. Progressista ma non ingenua. Ci proponiamo di agire a livello multilaterale quando possiamo e in modo autonomo se dobbiamo."

 

Nella mia introduzione ho cercato di sintetizzare le principali tendenze che determinano il nuovo panorama geopolitico. A questo proposito, il punto di partenza è quello di riconoscere che l'ordine guidato dall'Occidente è in crisi.

In effetti, la pandemia di COVID-19 è la prima grave crisi degli ultimi decenni in cui gli Stati Uniti non sono in posizione di leadership e l'attuale amministrazione statunitense si è in gran parte ritirata dall'ordine globale che ha costruito in passato.

 

La Cina è sempre più assertiva

La Cina, da parte sua, è sempre più assertiva e assistiamo a una rivalità strategica USA-Cina, che sarà probabilmente l'asse principale della politica globale negli anni a venire.

Stiamo vivendo una vera e propria crisi del multilateralismo: il G7 e il G20 sono assenti, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è paralizzato e molte organizzazioni "tecniche" si trasformano in arene dove i paesi competono per stabilire la propria influenza.

"Il mondo è diventato più multipolare che multilaterale."

Il risultato è un mondo più multipolare che multilaterale.

Assistiamo inoltre a un aumento delle disuguaglianze e delle divergenze economiche sia all'interno dell'Europa che a livello mondiale. E nel mondo ci sono tensioni tra il rispetto della scienza e del processo decisionale basato su dati concreti e il continuo richiamo del nazionalismo e delle politiche autoritarie.

Ovviamente, nessuna di queste tendenze è di per sé nuova. Tuttavia, nel contesto della crisi COVID-19, questa combinazione rende la situazione particolarmente complessa.

 

L'Europa deve proteggere il nostro modello

Nel combattere la pandemia e le relative conseguenze, l'Europa deve proteggere l'apertura del nostro modello e la natura democratica del nostro sistema. Questi elementi sono all'origine del nostro successo. Non intendiamo "imporre" niente a nessuno. Non possiamo tuttavia accettare che la nostra scelta di democrazia sia derisa o compromessa.

"L'Europa si sente in qualche modo la sola a cercare di difendere il multilateralismo. Di sicuro sappiamo di avere bisogno di partner."

La diagnosi deve essere equilibrata e allo stesso tempo occorre evitare il fatalismo e la paralisi. L'Europa si sente in qualche modo la sola a cercare di difendere il multilateralismo. Di sicuro sappiamo di avere bisogno di partner.

Ho sottolineato la nostra volontà di fare dell'Europa un partner di fiducia. L'Europa dovrebbe essere fondata su principi, ma non dogmatica. Aperta ma non debole. Progressista ma non ingenua. Ci proponiamo di agire a livello multilaterale quando possiamo e in modo autonomo se dobbiamo.

 

Il partenariato con l'Africa è essenziale

La discussione si è incentrata sui numerosi settori in cui la cooperazione multilaterale potrebbe essere rafforzata, dall'affrontare la pandemia e adoperarci per un vaccino affidabile come bene pubblico globale, alla ripresa economica e al suo legame con l'azione per il clima, fino alle sfide urgenti in materia di sicurezza, sia nel vicinato dell'UE che nel resto del mondo. Il nostro partenariato con l'Africa ha occupato un posto di primo piano, e così pure la questione relativa a come riformare e rilanciare il multilateralismo per affrontare le vecchie e le nuove sfide.

"Dobbiamo essere in grado di risolvere i problemi e proteggere le persone. Al momento i risultati non sono soddisfacenti. Dobbiamo fare di meglio collettivamente."

Infine, dobbiamo dimostrare alla gente che "il sistema" è in grado di risolvere i problemi e garantire protezione. Al momento i risultati non sono soddisfacenti. È nostra responsabilità collettiva fare di meglio.

La discussione mi ha lasciato la convinzione che molte persone in altre regioni del mondo sono desiderose di collaborare con l'Europa. Vogliono un impegno dell'UE più forte, più efficace e più rapido. Questo obiettivo può non essere sempre facile da realizzare, ma il messaggio è arrivato, forte e chiaro.

 

Per il video dell'intero dibattito clicca qui:

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