La lotta contro la tratta di esseri umani è più urgente che mai durante la COVID.

18.10.2020

In occasione della giornata dell'UE contro la tratta di esseri umani, l'Unione europea ribadisce il proprio impegno a proteggere le vittime, sostenere i sopravvissuti e perseguire i responsabili della tratta di esseri umani.

A pochi giorni dalla presentazione della "relazione del 2020 sui progressi compiuti nella lotta alla tratta di esseri umani" della Commissione europea, celebriamo oggi la 14a giornata europea contro la tratta di esseri umani. Secondo i dati ricavati dalle più recenti relazioni, la tratta di esseri umani è ancora una realtà dilagante e spesso invisibile. L'attuale crisi COVID-19 non fa altro che aggravare le circostanze per cui le persone più vulnerabili possono diventare vittime della tratta a fini di sfruttamento sessuale, del lavoro forzato o di altre forme di sfruttamento delle persone.

"Poiché i criminali continuano a ricavare enormi profitti dallo sfruttamento delle vittime, dobbiamo intensificare i nostri sforzi intesi alla prevenzione, alle indagini, all'azione penale e alla condanna dei trafficanti di esseri umani", ha dichiarato Margaritis Schinas, Vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo in una dichiarazione dell'UE per celebrare la ricorrenza. "Come stabilito nell'ultima strategia sull'Unione della sicurezza, l'identificazione tempestiva delle vittime sarà un tema specifico dell'imminente approccio della Commissione per l'eradicazione della tratta di esseri umani".

Nel contesto della pandemia di COVID-19, l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine(link esterno) e diverse organizzazioni della società civile affermano che le cause di fondo della tratta di esseri umani si sono esacerbate. Le difficoltà finanziarie delle famiglie, la scarsa protezione del lavoro, la chiusura delle scuole, gli spostamenti di massa e la crescente mancanza di opportunità sociali ed economiche possono dar luogo a un ulteriore sviluppo delle reti responsabili della tratta di esseri umani. Sottolineano inoltre che il massiccio aumento dell'uso delle tecnologie digitali durante la pandemia può rendere i bambini più vulnerabili ai predatori sessuali online. 

"I bambini, per la maggior parte di sesso femminile, rappresentano quasi un quarto di tutte le vittime dell'UE. Sono oggetto di tratta a fini di sfruttamento sessuale, lavoro forzato e attività criminali", afferma Ylva Johansson, Commissaria europea per gli Affari interni. "Circa tre quarti delle vittime dell'UE sono donne vittime della tratta finalizzata a ogni forma di sfruttamento, che subiscono violenza e disuguaglianza. Tutte le vittime della tratta hanno bisogno di un intervento e un sostegno tempestivi".

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Nonostante gli sforzi dell'UE per eliminare questa piaga dalle nostre società, rimane ancora molto da fare. In base alla "Seconda relazione della Commissione europea sui progressi compiuti..." (pubblicata nel dicembre 2018), per il 2015-2016, 20 532 persone (uomini, donne e bambini) sono state registrate come vittime della tratta nell'UE. Questo dato rischia di non riflettere la situazione reale, in quanto molte vittime non vengono individuate. Il numero di azioni penali e di condanne rimane tuttavia ancora basso: sono state riportate 5 979 azioni penali e 2 927 condanne per il periodo in questione e soltanto 18 persone sono state condannate per essersi avvalse consapevolmente dei servizi forniti dalle vittime. 

La tratta di esseri umani costituisce una violazione dei diritti fondamentali ed è esplicitamente vietata dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Nel 2011 l'UE ha adottato una direttiva anti-tratta che propone un approccio per contrastare la tratta di esseri umani, incentrato sulle vittime e sulla specificità di genere e rispettoso dei diritti dei minori. Stabilisce inoltre solide disposizioni sull'assistenza, il sostegno e la protezione delle vittime, nonché sulla prevenzione e sulle azioni penali relative ai reati.

Nel dicembre 2017 l'UE ha intensificato il proprio intervento per contrastare la tratta di esseri umani con una comunicazione che istituisce una serie di priorità. Per combattere efficacemente questo fenomeno, la Commissione ha esortato gli Stati membri a concentrarsi sul miglioramento della raccolta dei dati, sulla lotta alla cultura dell'impunità, sulla promozione di una risposta coordinata e sulla garanzia di accesso alla giustizia delle vittime.

A norma della direttiva anti-tratta, gli Stati membri dell'UE sono tenuti a presentare relazioni al coordinatore anti-tratta dell'UE (attualmente Olivier Onidi, nominato nel marzo 2020), responsabile del miglioramento del coordinamento e della coerenza tra le istituzioni e le agenzie dell'UE, gli Stati membri e gli interlocutori internazionali, nonché dello sviluppo di politiche dell'UE esistenti e nuove per contrastare la tratta di esseri umani. Contribuisce inoltre alla relazione semestrale della Commissione sui progressi realizzati.


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